Donna, moda, costume Parte seconda di Clio (29/06/2024) |
Durante il Medioevo
Nel Medioevo, così come era accaduto in epoca romana (soprattutto in età imperiale), la moda rappresentava un segno distintivo della classe sociale di appartenenza, non dettata soltanto da esigenze di difesa dagli eventi climatici o di praticità legate all’attività lavorativa svolta. Tuttavia, gli eccessi od un abbigliamento troppo sfarzoso non erano ben tollerati in una società dominata dalle rigide regole religiose, in cui perdurava un sentimento di rifiuto verso il corpo femminile, visto come tentatore. La semplicità delle forme, improntata alla comodità ed all'essenzialità, determinò durante l'alto medioevo una moda sobria, non molto differente da quella di epoca tardo romana, influenzata al nord da quella barbarica. Non v'erano particolari differenze tra abbigliamento maschile ed abbigliamento femminile: entrambi i sessi indossavano tuniche e mantelli fino a terra, con maniche lunghe e larghe fino a coprire le mani. Le tuniche erano confezionate con tessuti in zendàli (seta simile al taffetà), broccati (velluti impreziositi da fili d'argento e d'oro), e applicazioni di perle e pietre preziose per le nobildonne; oppure in cotone, lino o lana per le popolane.
La Sopravveste, lunga fino ai piedi, si indossava sopra la Gonnella, generalmente in lana foderata in lino ed aderente al corpo, fornita di bottoni sul petto e dal gomito al polso per una maggiore vestibilità. Un modello privo di maniche ed aperto lateralmente era chiamato guarnacca e poteva avere un manicotto. La versione invernale era foderata ed orlata di pelliccia, spesso ricavata da uno scoiattolo siberiano. Completava l'abito un mantello posto sul soprabito o sulla gonnella, di forma ampia e lunga e realizzato con tessuti preziosi e colorati per le classi agiate. Per i ceti meno abbienti le stoffe erano di poco pregio e più ridotte. Il mantello, senza maniche, poteva essere agganciato sotto il mento o lateralmente; in Francia ed in Italia si diffuse il modello accollato, chiuso di lato ed attaccato ad una spalla con bottoni o ganci. L’eleganza richiedeva che gonnella, guarnacca e mantello fossero di stoffe coordinate nei colori e nei disegni e tutte foderate di pelliccia. La Camicia, detta anche interula o sotano, testimoniata a Bari a partire dal 1021 con il nome di càmiso, era una specie di sottoveste lunga fino ai piedi priva di bottoni e di tasche, confezionata in genere per i vestiti più semplici in lino e cotone leggero. Gli abiti femminili erano fermati in vita da cordoncini annodati o cinture di stoffe ricamate e ornate di laminette d'oro o dipinte con smalti. Il copricapo più diffuso era la corona turrita, una fascia circolare su cui si appoggiavano merli con applicazioni di pietre e perle. Un'acconciatura comune era realizzata con bende o nastri, detti anche intrezatorium, intrecciati nei capelli.
Tra XI° e XIII° secolo la moda italiana risentì fortemente dell'influenza bizantina, e, successivamente, della moda francese, con l'uso di bottoni in oro, argento e pietre preziose, soprattutto in Italia meridionale a causa della conquista normanna avvenuta nel XI° secolo. Le corti palermitana e messinese erano conosciute in tutta Europa per i tessuti ricamati con pietre preziose applicate sulle tuniche e sui mantelli. Le tecniche di lavorazione erano segrete, condizione sine qua non per la creazione e la vendita di manufatti esclusivi. I tessitori, così come gli artisti, erano tenuti al segreto circa le raffinate tecniche.