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Cultura

I nuovi lettori del XIX secolo

Donne, fanciulli, operai

di Amj

(04/08/2023)

L’alfabestismo di massa

Nel XIX secolo nel mondo occidentale si raggiunse gradualmente l’alfabetismo di massa, superando l’antico divario fra uomini e donne, pur con notevoli differenze fra città e campagna, e ciò determinò un aumento del numero di lettori e conseguentemente della produzione libraria. Le motivazioni principali dell’espansione del pubblico dei lettori furono la generalizzazione dell’istruzione primaria, che in nazioni come la Francia e l’Inghilterra divenne obbligatoria, e la riduzione della giornata lavorativa, che permetteva alle classi lavoratrici di avere del tempo libero. Si deve considerare che, in generale, le classi lavoratrici prediligevano la lettura di romanzi. Del resto, il romanzo, che fino al secolo precedente non era considerato un tipo di lettura molto rispettabile, fu rivalutato nell’Ottocento, grazie anche alle opere di scrittori come Walter Scott e Jules Verne; esso si può considerare l’espressione letteraria della società borghese. Spesso i romanzi erano pubblicati in fascicoli mensili a basso costo per raggiungere un pubblico più vasto; persino il Capitale di Karl Marx fu pubblicato a dispense settimanali in Francia. In Inghilterra ebbero molto successo le Penny Magazine, riviste illustrate vendute per un solo penny molto apprezzate dalle classi lavoratrici, mentre si racconta che i lettori americani affollavano i porti in attesa delle nuove puntate dei romanzi di Charles Dickens. Si trattava di una lettura frazionata destinata ad un pubblico di lavoratori con poco tempo libero da dedicare alla lettura.

Una copertina della rivista 'Penny Magazine' Un'illustrazione di 'David Copperfield'
Una copertina della rivista 'Penny Magazine' Un'illustrazione di 'Canto di Natale' di C. Dickens

Le donne

Una buona parte del nuovo pubblico di lettori era costituito da donne e spesso si trattava di lavoratrici, ma i lavori che all’epoca erano consentiti alle donne erano quasi esclusivamente la commessa, la postina e l’insegnante. Inoltre l’Ottocento fu il secolo in cui ci fu un numero sempre crescente di donne scrittrici che raggiunsero il successo, anche se spesso erano oggetto di satire pungenti, come successe alla scrittrice francese George Sand, poiché fino ad allora alla donna era consentito di dedicarsi soltanto a letture di tipo religioso, ed era impensabile che si dedicasse a lavori intellettuali.
Nel XIX secolo furono dati alle stampe molteplici libri di cucina destinati ad un pubblico femminile, ma anche riviste di moda, settimanali illustrati, nonché alcuni quotidiani dall’impronta femminista. All’epoca permanevano dei pregiudizi sulle capacità intellettive delle donne, considerate emotive, frivole, immaginative e poco intelligenti; letture che riguardavano affari pubblici e politica erano per lo più destinati ad un pubblico maschile. Le donne appartenenti alla classe operaia non avevano quasi mai il tempo da dedicare alla lettura, che spesso era considerata una perdita di tempo poiché distoglieva dai doveri quotidiani, e talvolta venivano punite per tale motivo, mentre le donne delle classi medie avevano soltanto il problema del costo eccessivo dei libri e ricorrevano di consueto alle biblioteche pubbliche di prestito. Molti pittori dell’Ottocento hanno rappresentato nei loro dipinti la donna lettrice, come Manet, Renoir, Daumier, Mary Cassat, Whistler e Fantin-Latour, regalandoci dei capolavori che sono allo stesso tempo testimonianze della vita dell’epoca.

Una caricatura di George Sand del 1839 Il dipinto di Mary Cassat, 'Leggendo Le Figaro', 1878 il dipinto di W. McGregor Paxton, 'La cameriera', 1910
Una caricatura di George Sand del 1839 Mary Cassat, 'Leggendo Le Figaro', 1878 W. McGregor Paxton, 'La cameriera', 1910

I bambini

Anche i bambini costituivano una parte importante del nuovo pubblico di lettori, successivamente all’estensione dell’istruzione primaria che, in particolar modo con la riforma Ferry del 1880 in Francia e l’Educational Act del 1870 in Inghilterra, divenne universale e con la frequenza obbligatoria; si deve sottolineare che, purtroppo, la maggior parte delle scuole dell’epoca erano ancora poco organizzate, con aule sovraffollate, senza lavagne, e che gli insegnanti erano sotto pagati, costretti spesso a fare anche altri lavori. Di conseguenza, crebbe, la richiesta di testi scolastici, ma furono pubblicate anche molte riviste, come La semaine des enfants edita da Hachette, e storie per bambini; tra i bestseller di quel periodo si può citare Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Un altro tipo di letteratura destinata ai più giovani era la favola, la cui popolarità crebbe notevolmente nel XIX secolo. Le favole, la cui origine era la tradizione orale popolare, furono trasformate e riscritte, spesso il finale veniva sostituito con un lieto fine e in generale furono adattate alla morale dell’epoca.

Una copertina della rivista 'La semaine des enfants' Una copertina del romanzo 'Robinson Crusoe'
Una copertina della rivista 'La semaine des enfants' Una copertina del romanzo 'Robinson Crusoe'

Gli autodidatti

Le autobiografie dei lavoratori ci fanno comprendere che molti di loro cercavano di fuggire dalla povertà attraverso l’apprendimento autodidattico, sacrificando ore di riposo o di sonno, leggendo alla luce del fuoco perché le candele erano costose; ma per molti di loro questi sforzi non furono vani, poiché riuscirono a migliorare la propria posizione sociale diventando, ad esempio, sindacalisti o giornalisti. Tuttavia, per quei lavoratori appartenenti alla classe media, non si trattava di una semplice ricerca di benessere materiale, poiché essi riconoscevano l’importanza della cultura e della conoscenza, ed in generale del miglioramento di sé. Come affermava l’autodidatta William Lovett, l’intento degli autodidatti era: ’pane, sapere, libertà’. Maksim Gorkij, autore dell’autobiografia ”Le mie università”, scriveva: ’Avrei subìto anche la tortura in cambio della felice opportunità di studiare in un’università’; i suoi veri maestri, invece, furono i suoi compagni di lavoro ed i viandanti incontrati nei viaggi attraverso la Russia. Molti autodidatti erano artigiani, in quanto il ritmo di lavoro irregolare consentiva loro di avere del tempo da dedicare alla lettura. Vi è poi il caso del fattorino Stonemason che leggeva quando lavorava, perché aveva insegnato la strada al suo cavallo, e ironicamente potremmo dire che, in un certo senso, era come se avesse il pilota automatico.
Quegli uomini hanno dimostrato di possedere una volontà incrollabile, grande tenacia, abnegazione e dominio su se stessi; risparmiavano ogni centesimo per comprare dei libri, alcuni di loro facevano voto di astenersi dall’alcol, compromettevano la propria salute perché leggevano con un’illuminazione insufficiente, molti di loro leggevano ad alta voce per i compagni di lavoro o facevano loro un resoconto di quanto avevano letto e imparato. Sarebbe auspicabile che anche in questo particolare momento storico la cultura e la conoscenza fossero oggetto della medesima considerazione.

Andrea Vaccà, 'Menade', 1660-1665 circa
V. Van Gogh, 'Contadino che legge seduto al focolare', 1881

Fonte bibliografica:
G. Cavallo, R. Chartier, 'Storia della lettura', ed. Laterza