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Astrologia

Astrologia e mito - Il segno dell'Ariete

di Amj

(23/03/2023)

Una rappresentazione pittorica del segno dell'Ariete

L’astrologia e la psicologia hanno in comune lo stretto rapporto con i simboli, i quali rappresentano tramite immagini quei contenuti interiori che trascendono la coscienza ed i più profondi aspetti della realtà. Per quel che riguarda l’astrologia, il simbolo rappresenta il punto d’incontro tra il microcosmo, cioè l’uomo, ed il macrocosmo, vale a dire il cielo, poiché gli esseri umani sin dai tempi antichi hanno creato simboli per proiettare all’esterno, in costellazioni e pianeti, ciò che sentono e che pensano. Fu proprio il grande psicologo Carl Gustav Jung ad affermare che: “La mitologia astrale è la proiezione celeste della psicologia inconscia”. Secondo l’astrologo A.T. Mann si può trovare nell’astrologia “un meccanismo che colleghi il mondo personale e interno della psiche con quello collettivo ed esterno degli eventi e dei fenomeni fisici”. Tutti i dodici segni dello Zodiaco presentano dei simboli che fanno riferimento alle costellazioni a cui sono stati associati e sono stati messi in relazione, da alcuni tra i più importanti astrologi, come Roberto Sicuteri, alla mitologia greca. Cominciamo con l’analizzare il primo segno, l’Ariete.

Frisso ed Elle, un affresco da Pompei

L’ARIETE. Il primo segno dello zodiaco, che ha inizio il 21 marzo in coincidenza con l’equinozio di primavera, è l’Ariete, segno di Fuoco che rappresenta l’energia vitale e fecondante della natura, un’energia magmatica e ancora indistinta che precede ogni genere di nascita; questa energia, tuttavia, è una forza che può essere sia creativa che distruttiva. Secondo l’astrologia tradizionale questo segno astrologico corrisponde all’affermazione di se stessi, alla personalità, all’aspetto fisico, ai primi mesi di vita, ed è rappresentato dall’ariete, un animale che si caratterizza per il vigore fisico e per la forza violenta; il suo simbolo astrologico, difatti, è la stilizzazione delle corna di tale animale. Sin dall’antichità la primavera è sempre stata associata ai pascoli di agnelli e pecore, ed è in particolare dalla mitologia greca che possiamo desumere dei miti che ci aiuteranno a comprendere meglio tale segno astrologico. Il primo mito a cui l’Ariete si può riferire è quello del Vello d’Oro, che narra la storia di Frisso, figlio di Atamante, re di Beozia, il quale per sfuggire alle persecuzioni della sua matrigna Ino, che voleva sacrificare lui e la sorella Elle per permettere al proprio figlio di salire al trono, invocò l’aiuto della madre Nefele, dea delle nubi, che gli donò un ariete dal manto fatto d’oro e non di lana capace di volare. Frisso, insieme alla sorella Elle fuggì in groppa a tale animale sorvolando terre e mari, ma durante il volo Elle si addormentò e cadde in mare; Frisso non riuscì a salvarla e proseguì la sua fuga, giungendo infine in una terra ignota, la Colchide (l’attuale Georgia) dove sacrificò l’animale a Zeus (Giove), e dovette affrontare dure prove; Frisso donò il vello d’oro al re Eete, che lo aveva accolto, il quale lo fece custodire da un terribile drago.

Giasone trafuga il vello d'oro, un affresco dei Carracci

Analizzando questo mito si può tentare di comprendere la psicologia del segno dell’Ariete. Innanzitutto, la fuga di Frisso rappresenta l’energia istintuale che caratterizza tale segno; Frisso fugge per allontanarsi da una figura materna negativa e divorante, mentre l’amata sorella che egli perde potrebbe rappresentare la sua componente femminile con cui ha un rapporto conflittuale, che lo porta a dare eccessivo risalto alla parte maschile ed egoica. Se ne deduce che in negativo tale segno si caratterizza per scarsa riflessività, egoismo e presunzione, mentre in positivo si caratterizza per coraggio, spirito d’avventura ed energia. Un altro mito che si può prendere in considerazione per comprendere il segno dell’Ariete è quello di Giasone e l’impresa degli Argonauti, che narra la storia dell’eroe greco Giasone, il quale per riavere il trono usurpatogli dal fratello s’accorda con Pelia, re di Iolco, il quale si impegna a restituirgli il trono, ma in cambio vuole il Vello d’Oro dell’ariete alato di Frisso. Giasone parte con la nave Argo ed un equipaggio di uomini coraggiosi, gli Argonauti, giungendo nella Colchide, dove era sepolto Frisso. Giasone si presenta al re Eete della città di Eea, il quale gli chiede di superare prove di coraggio e abilità per ottenere il vello d’oro, che l’eroe greco supera ma il re non rispetta i patti; Giasone deve ricorrere all’aiuto di Medea, la figlia del re e sacerdotessa e maga di Ecate. Grazie agli incantesimi di Medea Giasone riesce a recuperare il vello d’oro, che era custodito da un tremendo drago, ma è costretto a legarsi alla donna, da cui infine si separa per tornare in patria. Medea, che si sente tradita, si vendica crudelmente e uccide la moglie ed i figli di Giasone. Dunque, anche in questo antico mito greco è narrata l’avventura temeraria di figure eroiche e coraggiose, ma si evidenzia la separazione tragica dall’elemento femminile, che si può analizzare come il sopravvento dell’istinto, dell’impulsività, della passionalità sulla coscienza, sulla riflessività e sull’Io. Per concludere, l’Ariete è un segno di Fuoco “estrovertito”, dinamico, dalla costituzione atletica, coraggioso, impulsivo, avventuroso, passionale, ma che può essere collerico e presuntuoso.

Fonti:
* Roberto Sicuteri, “Astrologia e mito”, ed. Astrolabio
* A.T. Mann, “L’arte rotonda. Astrologia del tempo e dello spazio”, ed. Gremese