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Emporio Culturale
Il blog culturale di Amj e Clio
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"
Cultura

Le botteghe del caffè in Italia

Le origini e la storia

di Clio

(10/04/2023)

Un manifesto pubblicitario di Baratti

Il Caffè è una bevanda aromatica diffusa nel mondo ma relativamente recente. Il termine deriva dall'arabo “qahwa” (bevanda eccitante) o dal termine “Caffa”, regione etiope di coltivazione. La comparsa “ufficiale” del caffè in Italia è stata rilevata a Venezia nel 1570, quando un mercante, botanico e medico italiano, Prospero Alpini, ne portò alcuni sacchi dall’Oriente. Venduta all’interno delle farmacie dell’epoca, si potè gustare in seguito in Botteghe del caffè; la prima in Italia venne aperta a Venezia, che nel '700 vantava almeno duecento Caffetterie. Nominata nell'Odissea, era chiamata la bevanda degli intellettuali. Il “Caffè Florian” di Piazza San Marco a Venezia, con i suoi quasi trecento anni di storia è ritenuto il più antico Caffè italiano, ed è sicuramente pieno di charme. La sala più famosa è illuminata da specchi dipinti a mano. Famoso in tutto il mondo, è stato luogo di incontro di personaggi famosi: Lord Byron, Foscolo, Pellico, Rousseau, Casanova, Goldoni (da cui probabilmente trasse ispirazione per le sue commedie) e palcoscenico di fatti storici durante l’occupazione austriaca. “Antico Caffè Greco” in via dei Condotti a Roma è un prezioso cimelio non solo dal punto di vista artistico ma anche da quello storico: letterati come Vitaliano Brancati, Ennio Flaiano o Aldo Palazzeschi, pittori ed intellettuali posero le basi della cultura del ‘900. Perfino futuri papi ingaggiarono alleanze politiche. Wagner, Bizet, Goethe, Stendhal, Apollinaire, Canova e addirittura Buffalo Bill passarono dallo storico locale. Meta anche di divi del cinema, come Orson Welles o Lea Padovani. Il “Caffè Gilli”, sito tra Via Roma e Piazza della Repubblica a Firenze, prima di divenire rinomato punto di ristoro, era la “Bottega dei pani dolci” in via Calzaioli. Frequentato da intellettuali e da giornalisti (si riuniva la redazione de ‘La Voce’) nei primi del 1900, il locale vanta eleganti boiserie, archi, soffitti affrescati, rigorosamente liberty.

Il caffè Florian a Venezia Il caffè greco a Roma nel 1947, con letterati e artisti Il caffè Gilli a Firenze
Il caffè Florian a Venezia Il caffè Greco a Roma nel 1947 Il caffè Gilli a Firenze

Nel 1858 Ferdinando Baratti ed Edoardo Milano, confettieri canavesani, aprirono a Torino un piccolo laboratorio di confetteria e pasticceria in via Dora Grossa 43, destinato a divenire uno dei marchi più rinomati dell'industria dolciaria piemontese e italiana. A seguito del successo, si trasferirono in Piazza Castello, all’interno della Galleria Subalpina, ed il locale prese il nome di “Caffè Baratti &Milano”, divenendo una delle caffetterie e pasticcerie più rinomate della città. ritrovo della borghesia e di intellettuali del calibro di D'Azeglio e Luigi Einaudi. L'offerta di una pasticceria prestigiosa, non soltanto ripresa dalla tradizione ma rinnovata (Baratti creò il famoso cremino noto poi con il nome di gianduiotto) rese alla ditta la qualifica di “Azienda fornitrice ufficiale della Real Casa”. Opera dell’architetto Casanova e dell' ingegnere Pietro Fenoglio, è un gioiello liberty impreziosito da decori, bassorilievi in bronzo dello scultore Rubino, stucchi, intarsi, marmi, stoffe e arredi in mogano. Protagonista di varie citazioni in ambito letterario, come la celebre poesia di Guido Gozzano, Le golose (scritta ispirandosi ai clienti del locale) od il romanzo giallo La donna della domenica di Fruttero & Lucentini (la scena iniziale si svolge nella sala principale del locale) e di varie ambientazioni in riprese cinematografiche.

Il caffè Gambrinus a Napoli Il caffè Baratti a Torino
Il caffè Gambrinus a Napoli Il caffè Baratti a Torino

Nel lontano 1860, al piano terra del raffinato palazzo della Foresteria, edificio datato 1816, viene inaugurato il “Gran Caffe” tra Piazza Plebiscito e Palazzo Reale. Un vero salotto, ritrovo del bel mondo napoletano, con le delizie firmate dai migliori pasticceri, gelatai e baristi,fu “Fornitore della Real Casa”, insieme ai migliori fornitori del Regno delle due Sicilie. Nel 1890, il locale, trasformato in uno scrigno di opere d'arte con marmi, stucchi, bassorilievi, tappezzerie e pareti affrescate, è ribattezzato “Gran Caffè Gambrinus”, dal nome del leggendario re delle Fiandre, inventore della birra. Si voleva, con ciò, fondere la birra, nordica, bionda e fredda, e il caffè napoletano, scuro e caldissimo. Balli e can-can lo rendono un Cafè Chantant alla moda: proprio qui nasce la figura, tutta partenopea, della sciantosa, la chanteuse, la cantante che si esibiva in operette liriche, performance teatrali e scenette satiriche. Jean-Paul Sartre, Ernest Hemingway, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, Benedetto Croce, l'imperatrice d'Austria Sissi (adorava il gelato alla violetta), Gabriele D’Annunzio ed Oscar Wilde tra i frequentatori. Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao fondarono Il Mattino e Marinetti gettò le basi del Futurismo, discutendo con artisti e poeti fino a tarda notte. Altro storico ed iconico ritrovo in Italia è il “Caffè museo Canova-Tadolini”, in via del Babbuino a Roma, situato all’interno dello studio appartenuto ai due scultori. Le opere sono sistemate in un ordine apparentemente casuale, ma concorrono insieme agli arredi a creare un ambiente elegante e pieno di fascino.

Il caffè Canova a Roma
Il caffè Canova a Roma